martedì 16 ottobre 2012

Scienza vs Religione

L'accademia occidentale ha passato molto del suo tempo a discutere e approfondire ogni cavillo che potesse dimostrare l'esistenza di dio e il modo migliore per ingraziarselo.

All'inizio religiosi e scienziati condividevano la stessa visione (sociale, morale e teologica), in cui era necessario che la corrispondenza totale fra ciò che si tramandava per fede e ciò che veniva assodato fosse assoluta. 

Ma se ad evidenti contestazioni per molto tempo fu il dogma a porre fine ai dilemmi, poi fu proprio questa forma di integralismo a portare alla grande e mai risanata scissione fra scienza ed esoterismo.

In pratica la necessità teologica di dover piegare l'evidenza fisica al dogma letterario della parola profetica, ha portato gli uomini di scienza ad abbracciare l'idea comune, e giustificata, di ritenere che qualunque indicazione contenuta nei testi adottati dai poteri spirituali fosse a priori una fantasia letteraria.

Perchè giustificata?

Perchè se fino a un certo punto la scienza poteva accettare il dogma, e addirittura sfruttarlo a favore dei propri fallimenti di indagine, man mano che sviluppava nuove tecniche e prospettive se ne allontanava per evidenza.

Inoltre non necessariamente i testi, per i loro sottintesi valori simbolici ed allegorici, adottati dai grandi movimenti religiosi, contengono l'informazione che viene divulgata e/o accettata come unica interpretazione veritiera e contestuale di quella realtà. E comunque, laddove le prove adottate a sostegno di una tesi sono mitologiche e/o dogmatiche, per un accademico o scettico qualunque, non solo non sono oggettive, ma neppure ammissibili in un contesto razionale.

Per esempio le interpretazioni della bibbia sono molteplici e ad ogni livello di lettura è possibile intuire che non tutto quello che viene sostenuto sia falso, ma al contrario è davvero molto difficile affermare quanto sia vero e comprovabile il resto.


Il senso di fede, o meglio la certezza del tutto umana di una coscienza antropomorfa come progenitore della vita in tutta la sua interezza, è fondamentalmente una domanda inespressa. 

E' il desiderio di sapere con assoluta certezza che questo dio esiste davvero, che ci ama singolarmente proteggendoci in vita e che per consolazione ci farà un ultimo grande e bellissimo dono quando sarà arrivato il fatidico e ineluttabile momento in cui tireremo il gambino. 

Un ulteriore sprazzo di possibilità post mortem, che solo un padre indulgente e pieno d'amore può concedere al figlio peccatore, renitente e sconsiderato solo perchè umano e devastato da ineluttabili sensi di colpa

Un puro bonus d'amore 3D in free download.

Interessante visione.

Sia del peccato, che del dio progenitore.

Ma il senso di fede ha un grandissimo pregio. 
Un senso di fede ben orientato quieta le ansie e produce karma migliore con effetto quasi immediato. Il solo atto del dirigere verso l'altro da sè il valore di un'azione che comprende anche l'esistenza di questo altro, e quindi la sua accettazione, lentamente ma inesorabilmente produce una compensazione attiva in cui atti sincronici correlati tendono a manifestarsi contribuendo a rafforzare il senso di fede stesso. 

L'invidiabile certezza di percorrere la via migliore. 

Magari verso Damasco. 

E per uno scienziato, la Gerusalemme Liberata, potrebbe decisamente assomigliare a un premio Nobel riconosciuto in vita.

Ma allora che differenza esiste, se non ha importanza ciò in cui si crede visto che l'atto della fede è insito in qualunque uomo, e per questo in dotazione e adottabile come qualsiasi altra possibilità e qualità umana?

Se come esseri umano siamo quasi tutti d'accordo che qualcosa d'altro esiste al di là e al di fuori di noi, anche vero che questo altro non necessariamente incarna i valori che normalmente gli attribuiamo.

Anche per questo lo chiamiamo mistero. 

Ignoto.


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