domenica 21 ottobre 2012

Spontaneità

Pensare che il Taoismo sia una religione, è fondamentalmente un errore di valutazione creato dalla diversità semiotica che esiste fra la visione orientale e occidentale

In realtà il Taoismo (clicca sul link per approfondire) è più propriamente uno stile di vita che riconosce un'unica grande regola (chiamata Tao - clicca sul link per approfondire) che agisce spontaneamente su tutti i livelli della manifestazione umana e cosmica (chiamato Qi - clicca sul link per approfondire) a cui si uniforma coscientemente (clicca sul link per approfondire), cioè con una profonda consapevolezza sia di sè che dell'altro da sè (cioè l'ambiente, il Tao stesso).

Lo sconosciuto, l'alieno, l'ombra.

Il riconoscimento di questa regola porta il praticante a vivere una profonda anarchia interiore, in cui la dicotomia fra Yin e Yang si fa estremamente labile, mentre l'individuazione di ciò che è spontaneo per potervi aderire eticamente non sempre è un'operazione che riesce appunto con semplicità.

E' uno stato a cui bisogna applicarsi ed allenarsi per poterlo raggiungere.


Per ottenere questo invidiabile equilibrio psico-fisico (in cui ogni cosa diviene oggettiva anche se intensamente vissuta), si applica l'osservazione delle cause e degli effetti nelle dinamiche in cui si è coinvolti, anche collateralmente, per trovare il modo di sfuggirvi pur facendone parte.   

La spontaneità in questo senso non è più quindi intesa come un atto leggero ed evanescente ideale in un gioco per bambini. 

La spontaneità a cui si fa riferimento in senso taoista, è ciò che si manifesta al di là di qualunque desiderio, raziocinio o possibilità egoica.

Il movimento che si propone spontaneamente viene considerato l'unica via di vita possibile, e la partecipazione attiva a questa dinamica ha il solo scopo di vivere in modo che sia possibile sganciarsi emotivamente da ogni processo umano, mutando con il tempo e le sue necessità cicliche, senza nessun senso di rimpianto o perdita.

E se per non avere rimpianti è necessario partecipare alle azioni del mondo con il giusto contributo, allora è spontaneamente necessario saper riconoscere quando è il giusto tempo per fermarsi. E non chiedere di più.

Il sapersi fermare spontaneamente, per non possedere, è un contributo attivo all'armonia del movimento cosmico che si manifesta e vive il proprio stato attraverso la vita stessa.

Per un taoista le cose si compiono quindi per gradi, ma la spontaneità del moto è la pietra su cui costruisce la propria forza e interazione col mondo.

 
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giovedì 18 ottobre 2012

Sincronicità

Gli atti sincronici rafforzano per cui il senso di fede e ad ogni atto corrispondente cresce la certezza d'essere degli affrancati. 

Dei giusti sostenitori della corretta causa e della giusta via.

Accade per esempio che l'oroscopo personale sia perfettamente aderente allo stato vissuto; che i sogni possano essere così lucidi da diventare reali; che si apra una pagina a caso per leggere lo stesso strano responso; numeri ricorrenti che si presentano oltre ogni probabilità, o ancora segnali interconnessi fra colori, suoni e odori, che avviluppano il nostro corpo in quella sorta di invidiabile certezza che ci rende immortali in vita. 

E divini. 

Finchè dura.

Anche vero però, che non sempre l'atto sincronico è veramente tale. In fondo il potere della nostra mente è abbastanza grande da innescare con facilità una serie di reazioni a catena che lo manifestano a nostro preciso desiderio. Anzi più profondo e radicato è questo desiderio, maggiore è la probabilità che si esteriorizzi.  

Ma allora, quanto ciò che accade è davvero spontaneo al flusso cosmico, e quindi realmente sincronico, e quanto non lo è? 

A questa annosa questione sono le forme religiose che pongono il limite indicando un obiettivo superiore al di fuori delle proprie egoistiche e narcisistiche necessità. Il rito, soprattutto se con lunga tradizione alle spalle, è come il modello di un cluster di pensiero a lunga memoria, in grado di attivare un cluster mentale simile (quindi con gli stessi spazi neuronali di riferimento), in tutti i praticanti del rito stesso e maggiore è il numero dei partecipanti all'atto pratico, maggiore è l'influenza psichica che si riversa in chi è normalmente disponibile a uniformarsi. Si potrebbe dire che più si è avvezzi a conformarsi agli schemi mentali precostituiti (mode, target, abitudini, desideri, vizi etc.) sociali e più questo processo si innesca facilmente. 

Le onde cerebrali emesse durante una celebrazione, sono in grado di indurre lo stesso schema nei cervelli delle persone presenti nel raggio di qualche centinaio di metri. Per poi affievolirsi e infine disperdersi nel flusso psichico comune dopo un certo periodo di tempo. 

Maggiore è la frequenza del rito, maggiore è la coerenza del cluster originale e dell'effetto che provoca. 
Maggiore è l'intensità dei cluster attivati durante il rito, maggiore è l'effetto esterno. Maggiore è la pratica del rito, maggiore la facilità con cui i praticanti sono in grado di mantenere il cluster mentale di riferimento per lunghi periodi di tempo diventando, per così dire, attivi nel produrre "sincronicità" (clicca sul link per approfondire) coerenti all'oggetto del culto.

Interessante vero?

A catechismo questo non lo insegnano e nelle scuole iniziatiche, anche di alto lignaggio, ne parlano più come di un miracolo divino che non di un vero e proprio atto d'influenza cosciente sull'ambiente. 

E questi sono decisamente un credo e un insegnamento non coerenti per chi si professa esoterista.

Ma allora qual'è il punto? Dove lo scetticismo si arrende di fronte a una logica superiore, a un disegno che appare talmente grandioso da implicare per forza la parola dio, l'origine, il viaggio e lo scopo della nostra esistenza?

Perchè parliamoci chiaro. Rode a tutti un casino dover tirare il gambino e proprio perchè ci rode passiamo la metà della nostra vita inscenando i nostri personalissimi drammi. Meglio che niente.

Ma proprio grazie a tutto questo, e sopra tutto questo, nasce un'ulteriore questione: ma perchè dovremmo essere guidati da forze che indicano la retta via a priori, quindi avere un destino prestabilito e predeterminato da tale dio, quando le possibilità offerte da questo mondo, unica cosa certa, sono miliardi?

Ah ah! è proprio qui che casca l'asino! cioè noi. Certo, le possibilità sono miliardi, e tutte si proporranno nella nostra vita facendo l'inchino, solo che noi non avremo abbastanza tempo per riconoscerle, non saremo coerenti cioè allo stato che le manifesta, e non le individueremmo neanche se qualcuno facesse un film educativo e ce lo sciorinasse davanti al naso.  

Nell'entropico universo in cui siamo oggettivamente inseriti, saremo sempre e solo in grado di focalizzare alcune possibilità piuttosto che altre, nonostante la nostra volontà contraria. I parametri per intraprendere cambiamenti che possono emrgere dalle probabilità, sono molteplici e non tutti si calibreranno nel modo giusto (al tempo adatto cioè), per poterle veramente possedere piuttosto che sprecare.

E mentre gli dei dell'olimpo continuano a spargere favori a seconda dei pianeti che transitano sopra di noi, l'umanità parla ancora di karma e libero arbitrio. 

Mentre dentro prega "Padre famme 'a grazia".


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martedì 16 ottobre 2012

Scienza vs Religione

L'accademia occidentale ha passato molto del suo tempo a discutere e approfondire ogni cavillo che potesse dimostrare l'esistenza di dio e il modo migliore per ingraziarselo.

All'inizio religiosi e scienziati condividevano la stessa visione (sociale, morale e teologica), in cui era necessario che la corrispondenza totale fra ciò che si tramandava per fede e ciò che veniva assodato fosse assoluta. 

Ma se ad evidenti contestazioni per molto tempo fu il dogma a porre fine ai dilemmi, poi fu proprio questa forma di integralismo a portare alla grande e mai risanata scissione fra scienza ed esoterismo.

In pratica la necessità teologica di dover piegare l'evidenza fisica al dogma letterario della parola profetica, ha portato gli uomini di scienza ad abbracciare l'idea comune, e giustificata, di ritenere che qualunque indicazione contenuta nei testi adottati dai poteri spirituali fosse a priori una fantasia letteraria.

Perchè giustificata?

Perchè se fino a un certo punto la scienza poteva accettare il dogma, e addirittura sfruttarlo a favore dei propri fallimenti di indagine, man mano che sviluppava nuove tecniche e prospettive se ne allontanava per evidenza.

Inoltre non necessariamente i testi, per i loro sottintesi valori simbolici ed allegorici, adottati dai grandi movimenti religiosi, contengono l'informazione che viene divulgata e/o accettata come unica interpretazione veritiera e contestuale di quella realtà. E comunque, laddove le prove adottate a sostegno di una tesi sono mitologiche e/o dogmatiche, per un accademico o scettico qualunque, non solo non sono oggettive, ma neppure ammissibili in un contesto razionale.

Per esempio le interpretazioni della bibbia sono molteplici e ad ogni livello di lettura è possibile intuire che non tutto quello che viene sostenuto sia falso, ma al contrario è davvero molto difficile affermare quanto sia vero e comprovabile il resto.


Il senso di fede, o meglio la certezza del tutto umana di una coscienza antropomorfa come progenitore della vita in tutta la sua interezza, è fondamentalmente una domanda inespressa. 

E' il desiderio di sapere con assoluta certezza che questo dio esiste davvero, che ci ama singolarmente proteggendoci in vita e che per consolazione ci farà un ultimo grande e bellissimo dono quando sarà arrivato il fatidico e ineluttabile momento in cui tireremo il gambino. 

Un ulteriore sprazzo di possibilità post mortem, che solo un padre indulgente e pieno d'amore può concedere al figlio peccatore, renitente e sconsiderato solo perchè umano e devastato da ineluttabili sensi di colpa

Un puro bonus d'amore 3D in free download.

Interessante visione.

Sia del peccato, che del dio progenitore.

Ma il senso di fede ha un grandissimo pregio. 
Un senso di fede ben orientato quieta le ansie e produce karma migliore con effetto quasi immediato. Il solo atto del dirigere verso l'altro da sè il valore di un'azione che comprende anche l'esistenza di questo altro, e quindi la sua accettazione, lentamente ma inesorabilmente produce una compensazione attiva in cui atti sincronici correlati tendono a manifestarsi contribuendo a rafforzare il senso di fede stesso. 

L'invidiabile certezza di percorrere la via migliore. 

Magari verso Damasco. 

E per uno scienziato, la Gerusalemme Liberata, potrebbe decisamente assomigliare a un premio Nobel riconosciuto in vita.

Ma allora che differenza esiste, se non ha importanza ciò in cui si crede visto che l'atto della fede è insito in qualunque uomo, e per questo in dotazione e adottabile come qualsiasi altra possibilità e qualità umana?

Se come esseri umano siamo quasi tutti d'accordo che qualcosa d'altro esiste al di là e al di fuori di noi, anche vero che questo altro non necessariamente incarna i valori che normalmente gli attribuiamo.

Anche per questo lo chiamiamo mistero. 

Ignoto.


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venerdì 12 ottobre 2012

La Scuola del Segno

Nell'antica Cina, quella mitologica per intenderci, nacque una scuola di pensiero associata all'osservazione dei segni.

Questa scuola non si occupava nè di manzia, nè di matematica, nè di astrologia, fisica, scienza o strategia. Questa scuola osservava solo e soltanto i segni e ne cercava la pura correlazione. 

Ciò che potesse legare la linea spezzata alla linea dritta nella costruzione di un esagramma e quello susseguente.

Per questa scuola l'unica vera regola, è che la regola non possa esistere. Un solo filo conduttore che li correli non basta ad assolvere l'intero che, per puro processo empirico, è intuibile e deducibile in evoluzione. 

Un metodo euristico quindi, che però non coinvolge i numeri, e la loro ferrea progressione, per limitarsi a contemplare il segno, e i segni susseguenti, per lunghi lassi di tempo nella successione del ciclo della vita degli allievi.

E' come dire che, partendo da una serie di segni costituiti da una semplice linea dritta e una spezzata costruite su sei linee, non necessariamente il segno seguente ubbidisce a una regola che gli impone di uscire sempre in quella ubicazione su 64 possibilità, e non esiste nemmeno una regola che gli imponga di mutare o mutare velocemente. Può ripetersi per un'infinità di volte in molteplici posizioni prima di cambiare quella singola, unica linea per così progredire attraverso un esagramma differente nella successione entropica che si sta modellando.

Anche se l'unico schema che l'entropia apparentemente riconosce è il disordine.

Per un essere umano è difficile concepire che qualcosa richieda un lungo lasso di tempo per cambiare. Ogni mattina si alza e milioni delle sue cellule sono rimaste fra il pigiama e le lenzuola. Ogni mattina non è mai uguale all'altra, ogni cosa si ripete sempre differente, come ben sanno i lanciatori di dadi quando cercano di chiamare lo stesso numero per tre volte di fila. 

Non funziona quasi mai alla prima, figurarsi alla seconda. E' statistica people.


Sì, sulla terra procede così e tutti lo sanno. Coloro che eccepiscono sono troppo contorti per essere considerati e (ad eccezione dell'icona del tizio simpatico coi bianchi capelli scompigliati e la lingua di fuori), per un neofita ascoltare fisici e/o matematici, e/o scienziati, e/o studiosi, tecnici ed esperti, può essere come iniziare a contar pecore la sera prima di andare a dormire. 

In alcuni casi si denuncia anche un repentino processo di elefantiasi.

Che peccato però. Se ci fossero meno distrazioni, meno shining, meno luccichii, forse l'umanità potrebbe adottare un linguaggio più simile e meglio focalizzato nei contenuti. Forse potremmo tutti osservare molte cose con distacco diverso per avere valori etici condivisi in grande parte e forse potremmo decidere di lasciare questa oligarchia, questa furiosa accentrazione di tutto ciò che è bene e di tutto ciò che è male, smettendo di vedere, pensare e creare YinOrYang. 

E vivere solo Or. 


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domenica 7 ottobre 2012

Analogico vs Digitale

Ma allora Google che cosa sta facendo con le sue ricerche sugli schemi di processori?

A quello che dicono, e sembra, sono schemi necessari a creare un'intelligenza artificiale analogica.

Analogica come il cervello umano.

Il cervello umano non utilizza uno standard pre-formulato per costruire il pensiero. Non è una serie di algoritmi immodificabili e consequenziali. Cio che è conseguente per un cervello umano e che permette il passaggio, la concatenazione, fra un pensiero e l'altro, non è assolutamente schematico.

Il cervello umano dispone le informazioni necessarie al funzionamento delle attività nelle aree prestabilite (ad esempio la corteccia visiva è nella posizione posteriore della scatola cranica), ma quando gli schemi cerebrali che creano il pensiero si attivano, ecco che milioni e milioni di neuroni dislocati ovunque si connettono istantaneamente e, man mano che il pensiero procede, si disconnettono creando un mutamento dello schema, come se il pensiero letteralmente vagasse (in forma di scariche elettriche e cluster a lunga e media memoria) nella scatola cranica.

Per una macchina questo processo è impensabile perchè, essendo basata sulla concatenazione di on e off, 0 e 1, è costretta a creare uno percorso preciso per ogni oggetto che deve distinguere, un'informazione pre-scritta che ne determini il contenuto. Ad esempio per distinguere una mela gialla da una mela rossa, che sono sempre una mela ma di due qualità diverse, una macchina deve sapere come è raffigurata quella specifica mela altrimenti, senza parametri precisi di riferimento, non è nemmeno in grado di identificarla come una mela. Per un cervello umano, una volta capito cos'è una mela, è poi intutivamente ovvio identificarne una anche se ha proporzioni e/o colore differente. Per una macchina una banana non è necessariamente una banana, per un essere umano tutte le banane sono banane.

Se per una macchina è così complicato capire di che banana o mela si stia parlando se non glielo si dice prima, è praticamente paradossale il numero di processori necessari a un computer per formulare un semplice pensiero invece che un processo matematico assodato.

Verissimo, ma quelli di Google hanno avuto un'intuizione geniale: se su grandissimi numeri statistici riusciamo a capire come raggruppare delle categorie che permettano algoritmi veloci da gestire su grosse quantità di dati, il numero dei processori necessari alla creazione di uno schema di pensiero analogico, costruito quindi sull'emulazione di una rete neurale, diventa molto ma molto meno fantascientifico, e possiamo ipotizzare un futuro processo evolutivo. 

Certo il costo sostenuto dai laboratori per distinguere il volto di un gatto con questo sistema è di parecchi miliardi, ma anche il primo computer occupava centinaia di metri quadri e costò una follia. Ed era molto, ma molto meno intelligente e potente del telefonino che usiamo oggi. 

E' solo una questione di tempo.

E mentre FB starnazza il suo miliardo di adepti, Google tace sui suoi numeri, investe milioni e milioni di dollari in questo tipo di ricerche e in borsa viene religiosamente quotata e tutelata. 

Evidentemente l'intuizione avuta da Brin e Page riscuote un grande interesse da parte degli investitori e, visto che si parla di progetti che hanno bisogno di molto più che qualche decina d'anni per essere realizzati in modo operativo, altrettanto evidentemente il gioco vale molto più di quello che viene speso per ottenerlo.

Chissà cosa cercano, chissà che cosa desiderano poter fare.
E chissà perchè.

Voi avete qualche idea?


Photobucket

martedì 2 ottobre 2012

Google

Google oggi vale in borsa 250 miliardi di dollari. 
Molto ma molto più di Microsoft che è ancora il leader del mercato dei sistemi informatici.

La domanda principale è chiedersi come possa accadere visto che Google ha le seguenti caratteristiche:

1) Offre gratuitamente un motore di ricerca potentissimo. Google è infatti il sito più visitato al mondo: chiunque si connetta in rete ha utilizzato almeno una volta il suo sistema.

2) Offre gratuitamente un servizio e-mail che è fra i più gettonati al mondo. Il sistema anti-spam di cui dispone G-mail è pressocchè infallibile, ha parecchi giga di memoria che aumentano di alcuni mb tutti i giorni, è una piattaforma stabile e non ha mai perso un dato.

3) Offre gratuitamente servizio di informazione attraverso G-news.

4) Offre gratuitamente una fra le migliori piattaforme mondiali di gestione blog. Blogger è gestibile intuitivamente e i risultati grafici sono notevoli con poco. Nella pagina amministrativa dei post la sezione tag è quella previlegiata in assoluto.

5) Offre gratuitamente un servizio di social network, Google+, che è una via di mezzo fra Facebook e My Space. Non sembra funzionare molto, ma è sempre disponibile e in giro aumentano i link per gestirlo.

6) A parte qualche nota pubblicitaria non è che Google possa mantenere i suoi (dislocati in tutto il mondo) potentissimi server attraverso tutti questi servizi gratuiti, ma evidentemente qualcuno paga perchè questo avvenga e se non è il movimento pubblicitario a provocare il flusso di cassa, allora che cos'è?

Google Android
Che cosa offre in cambio Google ai suoi clienti, investitori, finanziatori? 

Qual'è la strategia messa in atto da Page e Brin, dopo aver capito che un motore di ricerca basato sull'analisi matematica delle relazioni tra siti web avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche usate precedentemente?

Che lo studio di un'intelligenza artificiale parte proprio dal concetto di sistema di catalogazione.

 Ogni tag e/o meme identificato in rete, è l'elemento di un algoritmo che è in grado di determinare, attraverso migliaia di processori, l'elaborazione di informazioni che permettono il riconoscimento di un animale preciso piuttosto che un oggetto. 

Compito semplicissimo per qualunque essere umano, estremamente difficile per una macchina.

I ricercatori di Google stanno quindi sperimentato algoritmi per costruire reti neurali con  miliardi di connessioni (notizia del New York Times riportata dal Sole 24h), che qualcuno paga profumatamente per avere.

Che sia solo curiosità e brama di sapere, oppure qualcuno potrebbe avere in mente qualcosa?  

(Continua qui) 

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